Dal Villano alle Livornine

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'Il Villano' dipinto attribuito G. M. Terreni. Rappresenta un villico con ai piedi un cane, a simbolo di fedeltà e una botticella da cui sgorgava l'acqua per l'uso del castelQuesta associazione prende atto che l’Amministrazione Comunale, annunciando la volontà di restaurare il monumento del Villano, desidera coinvolgere la cittadinanza in un percorso partecipativo per valutare l’eventuale trasferimento della statua in altra ubicazione, considerando, tra le possibili alternative all’odierna collocazione, piazza del Municipio e piazza Cavallotti.

Se da un lato non possiamo far altro che accogliere con favore il proposito di recuperare il monumento, dall’altro riteniamo doveroso esprimere le nostre perplessità sia sulla sua eventuale ricollocazione, sia sull’opportunità di coinvolgere la cittadinanza tramite un “quesito on line”.

Come noto, secondo la tradizione, l’originaria statua del Villano fu eretta dai fiorentini sopra una pubblica fonte per rendere omaggio al valore e alla fedeltà dimostrata dai difensori livornesi nel 1496, in occasione dell’assedio delle truppe di Massimiliano I d’Asburgo.

Sono tuttavia doverose alcune considerazioni. In primo luogo, il ruolo dei livornesi nel successo militare dei fiorentini è stato notevolmente enfatizzato dalla letteratura risorgimentale in chiave patriottica e antiaustriaca, in una sorta di parallelo tra i fatti del 1496 e l’invasione austriaca del 1849. In realtà, la Livorno del 1496 non era altro che un modesto nucleo fortificato collocato ai margini della storia, margini ai quali resterà almeno fino all’ultimo scorcio del Cinquecento, quando il granduca Ferdinando I darà un fondamentale impulso per la realizzazione di quella che alcuni ritengono la principale città italiana progettata e costruita a cavallo dei secoli XVI e XVII.

All’origine del successo di Ferdinando I risiede essenzialmente la capacità di attrarre e insediare una popolazione attiva, dedita soprattutto alla mercanzia; grazie ai traffici mercantili e al grande volano economico rappresentato dalla costruzione del nuovo insediamento, Livorno divenne l’esempio più rilevante, in Italia, di crescita demografica di una città non capitale.

In questo contesto, fondamentale fu l’emanazione di una serie di inviti destinati a richiamare a Livorno mercanti di “qualsivoglia nazione”; questi privilegi, divenuti noti col nome di “Livornine”, costituiscono un documento di notevole importanza per la storia della città e, più in generale, per quella della “tolleranza” religiosa in Europa. Le “Livornine” garantirono per secoli l’insediamento di numerose comunità nazionali, dando impulso a una città cosmopolita, in grado di stabilire importanti reti mercantili locali e internazionali: Livorno divenne così tra i principali porti del bacino del Mediterraneo, avamposto di compagnie di navigazione e sede di numerosi consolati, mentre il suo nome fu tradotto in diverse lingue, secondo una prerogativa riservata solo alle grandi metropoli e alle capitali di stato.

Nel corso del Novecento, con il tramonto della Livorno delle Nazioni, la memoria e la consapevolezza di ciò che la città ha rappresentato per almeno tre secoli si sono lentamente sgretolate, non riuscendo ad arginare l’insorgere di una profonda crisi identitaria e, in generale, di una perdita di credibilità della città. Complice una linea culturale molto spesso accondiscendente, da allora in molti hanno guardato con compiacimento all’immagine stereotipata di una città ribelle e popolata da ex galeotti, mentre le “Livornine”, innegabile motore generatore dello sviluppo sociale, economico e culturale della città dalla fine del Cinquecento alla seconda metà dell’Ottocento, sono state relegate esclusivamente a materia di studio per gli storici: non un monumento, non un evento in grado di estendersi oltre l’ambito di pochi convegni; ad oggi, non esiste neanche una copia delle “Livornine” in mostra negli spazi espositivi della città.

Lo sberleffo, l’ironia dissacrante e l’indole ribelle: sembrano questi i soli atteggiamenti in grado di condizionare diversi ambiti della vita cittadina, compreso ogni tentativo di rapportare Livorno alla propria storia. Ercole Labrone, l’assedio del 1496 e, per certi versi, la drammatica occupazione austriaca del 1849 sono stati elevati ai soli e indiscussi simboli nei quali ricercare le radici dell’identità livornese; una visione limitata, non esaustiva, che trascura completamente la principale peculiarità della storia cittadina: il cosmopolitismo.

Per questi motivi riteniamo che il trasferimento del monumento del Villano nella piazza civica o in quella del mercato non costituisca un vero e proprio passo teso alla riscoperta della storia di Livorno e della sua identità, ma vada invece ad alimentare la percezione di un senso di appartenenza tutto sbilanciato verso l’indole più irriverente e ribelle della città. Con queste premesse, anche l’avvio di un percorso partecipativo, che consenta ai livornesi di esprimersi sull’eventuale trasferimento della statua, a nostro giudizio si pone a corollario di un’operazione culturalmente sbagliata; un percorso basato sul discutibile presupposto che la cittadinanza, dopo decenni in cui sono stati alimentati i consueti luoghi comuni, sia oggi in possesso di validi strumenti per riconoscere e sentire vicini gli elementi essenziali e più importanti della propria storia.

Se le attenzioni di questa Amministrazione vogliono concentrarsi sulla riscoperta di una sana identità cittadina, allora il punto di partenza non possono essere altro che le “Livornine”, a cominciare dai beni culturali che ne sono derivati e che, malgrado le mutilazioni subite e compiute nel corso del Novecento, caratterizzano ancora il panorama cittadino, distinguendo nettamente Livorno da qualsiasi altra città della Toscana. In proposito, ci sono numerose testimonianze che necessitano drammaticamente di attenzione, sia a livello materiale, sia a livello di conoscenza pubblica: ci riferiamo soprattutto a chiese, cimiteri monumentali, palazzi, ville, opere di pubblica utilità e di beneficenza, che attendono da tempo un’adeguata azione di riscoperta, valorizzazione e promozione.

Confidiamo pertanto che questa Amministrazione possa arginare la deriva della città ed essere artefice di una vera e propria rivoluzione culturale in grado di riaffermare finalmente le specificità che hanno determinato lo sviluppo e il successo di Livorno nei secoli passati.

Presentazione dei lavori di restauro, consolidamento e risanamento igienico del Tempio della Congregazione Olandese Alemanna di Livorno

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Sabato 9 aprile 2016, alle ore 10.30, è in programma nella Sala Mascagni del Teatro Goldoni di Livorno la cerimonia di presentazione dei lavori di restauro, consolidamento e risanamento igienico del Tempio della Congregazione Olandese Alemanna di Livorno, propedeutici al recupero e alla fruizione pubblica del luogo, conclusi nel mese di marzo.

L’incontro – aperto al pubblico – vedrà la presenza delle autorità e di tutti gli enti che hanno concorso all’ottenimento di questo primo importante risultato.

Il tempio è stato segnalato nel 2012, con 23.685 voti, alla sesta edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Un importante risultato, reso possibile grazie all’impegno del Comitato “I Lions per il Restauro del Tempio della Congregazione Olandese Alemanna” (promosso dal Lions Club Livorno Host), dell’Associazione Livorno delle Nazioni e della Delegazione FAI di Livorno, che ha permesso al bene, particolarmente caro ai cittadini, di accedere alle Linee Guida per la Definizione degli Interventi 2013 lanciate dal Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con il MiBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Il Comitato ha così potuto presentare al FAI una richiesta di intervento per il restauro e il consolidamento delle strutture dissestate del bene. La richiesta è stata accolta e il luogo ha potuto beneficiare di un contributo di 25.000 euro messo a disposizione dalla Fondazione e da Intesa Sanpaolo, cui si sono aggiunti 80.000 euro stanziati nel giugno 2013 dal Comune di Livorno.
Durante l’incontro verranno illustrati i lavori realizzati, alla presenza dei rappresentanti dell’impresa esecutrice dell’intervento.

Al termine della presentazione dopo oltre venti anni di chiusura sarà possibile accedere al Tempio – nella parte dell’atrio e della sala del Concistoro – per una visita guidata alla mostra che illustra le fasi del restauro e per uno sguardo sull’aula principale, ancora inaccessibile e fatiscente, a testimonianza di quanto ancora resti da fare per l’integrale recupero del bene.

Per l’occasione l’Accademia degli Avvalorati, con il Maestro Massimo Signorini, fisarmonicista e docente di fisarmonica presso il Conservatorio Cimarosa di Avellino, e il Maestro Marco Vanni eseguiranno brani di Schulthesius, Bach, Ortiz e Marais.

L’intervento appena concluso, oltre a essere una fondamentale azione di conservazione e tutela tesa a evitare il crollo del tempio, è anche un importante esempio di collaborazione tra pubblico e privato, risposta concreta a quanti hanno segnalato con passione e impegno questo “Luogo del Cuore”.

Dopo questo primo passo imprescindibile per mantenere in vita il bene, prosegue ora l’impegno del Comitato e dell’associazione Livorno delle Nazioni per il reperimento di ulteriori fondi e l’avvio di un recupero completo volto alla riapertura di un “luogo del cuore” di molti cittadini.

Per i più distratti

Le “Livornine”: memoria e identità di una città

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Da alcune settimane le attenzioni dell’opinione pubblica sono concentrate sulla bizzarra proposta di trasformare le rovine del mausoleo di Ciano nel deposito di Zio Paperone. La notizia del mausoleo ha fatto rapidamente il giro del web, trovando risalto persino sulla stampa nazionale. Non deve sorprendere; del resto, quando Livorno si confronta con il proprio passato, i risultati rischiano spesso di sfociare nel ridicolo e nel grottesco, come accadde nel 1984, quando le celebrazioni per il centenario della nascita di Amedeo Modigliani si trasformarono in una beffa di risonanza internazionale.

Lo sberleffo, l’ironia dissacrante e l’indole ribelle: sembrano questi i soli atteggiamenti in grado di condizionare diversi ambiti della vita cittadina, compreso ogni tentativo di rapportare Livorno alla propria storia.

Eppure, la percezione di un senso di appartenenza tutto sbilanciato verso l’indole più irriverente della città ha radici profonde e certamente è stata sostenuta da una linea culturale accondiscendente, che per anni ha alimentato una serie di luoghi comuni, trascurando, nel contempo, le peculiarità che hanno decretato l’unicità della storia di Livorno.

Così, mentre in molti hanno guardato compiaciuti all’immagine stereotipata di una città ribelle e popolata da ex galeotti, le “Livornine”, innegabile motore generatore dello sviluppo sociale, economico e culturale della città dalla fine del Cinquecento alla seconda metà dell’Ottocento, sono state lentamente dimenticate assieme a tutti i suoi simboli: dalla semplice toponomastica, fino ad arrivare alla cancellazione fisica di luoghi di culto, cimiteri, ville, palazzi e qualsiasi altra opera legata ai nomi di mercanti provenienti da “qualsivoglia nazione”.

La memoria e la consapevolezza di ciò che Livorno ha rappresentato per almeno tre secoli si sono sgretolate nel tempo, non riuscendo ad arginare l’insorgere di una profonda crisi identitaria e, in generale, di una perdita di credibilità della città.

Le “Livornine” sono state relegate a materia di studio per gli storici, chiuse in un ambito prezioso, indispensabile, ma ristretto. Paradossalmente, abbiamo assistito a una ghettizzazione dello strumento che, pur con tutti i limiti e i compromessi del tempo, aveva conferito a Livorno caratteri cosmopoliti. Non un monumento, non un evento in grado di estendersi oltre l’ambito di pochi convegni; ad oggi, non esiste neanche una copia delle “Livornine” in mostra negli spazi espositivi della città.

Le associazioni come la nostra, animate da un esiguo numero di volontari, non hanno la forza per ricucire da sole lo strappo tra la città e la propria identità, ma possono contribuire in tal senso, coadiuvando e collaborando con enti pubblici e privati. In ogni caso, tutto risiede nella volontà di svincolarsi dalle maglie strette che Livorno si è cucita addosso, cercando di riaffermare un qualcosa che vada oltre la burla e l’orgoglio campanilistico, senza voler certo rinnegare o mettere da parte questi caratteri identitari, ma affiancandoli con altre e preziose specificità.

Tempio della Congregazione Olandese Alemanna: lo stato dei lavori

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10384203_10152427829746711_551677713003437181_nLo scorso 3 febbraio, grazie alla gentile disponibilità degli architetti Simona Finocchiaro e Michele Parenti, la nostra associazione ha potuto visitare il cantiere che da alcuni mesi sta interessando il Tempio della Congregazione Olandese Alemanna.

Come è noto, i fondi stanziati dal Comune di Livorno (80.000 Euro) e da Banca Intesa Sanpaolo (25.000 Euro), a fronte delle quasi 24.000 segnalazioni pervenute al Fondo Ambiente Italiano nel corso della sesta edizione dei “Luoghi del Cuore”, hanno consentito l’avvio dei lavori strettamente necessari per arrestare le principali cause di degrado e per mettere in sicurezza alcune aree del sito; il tutto sotto l’egida del Comitato, costituitosi in seno al Lions Club Livorno Host, di cui anche la nostra associazione è entrata a far parte.

Le prime operazioni hanno interessato la bonifica delle aree di cantiere, ad eccezione della sala principale, la quale risulta pericolante a causa del crollo del controsoffitto; la pulizia delle aree esterne ha inoltre consentito di recuperare e catalogare gli elementi decorativi distaccatisi dalla facciata principale nel corso degli ultimi anni.

Sul lato ovest della chiesa le maestranze hanno già ripristinato il sistema di scolo delle acque meteoriche, mettendo in sicurezza i finestroni ogivali e chiudendo le profonde lesioni che correvano lungo la parete dell’aula. Analoghe operazioni saranno effettuate sul lato est, previo accordo con la proprietà dell’area adiacente; frattanto, su questo lato è stata ricostruita la copertura della sala del Concistoro, la quale risultava in gran parte crollata.

Sacchi chiesa olandeseSul prospetto principale sono attualmente in corso le operazioni di rimozione degli strati lapidei più degradati e stuccatura delle fessure per garantire l’impermeabilizzazione delle superfici; successivamente si procederà al consolidamento della pietra panchina e al reintegro degli elementi decorativi precedentemente recuperati.

Le avverse condizioni meteorologiche registrate negli ultimi mesi e alcuni cambiamenti nel programma d’intervento stabiliti dalla Soprintendenza stanno comunque influendo sui tempi di esecuzione dei lavori, che per questo motivo sono stati prorogati di alcune settimane.

Ci auguriamo di poter condividere presto nuovi aggiornamenti.

Restoration works started at the Dutch-German church of Livorno / Avviati i primi lavori di restauro e messa in sicurezza alla Chiesa degli Olandesi di Livorno

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Oggi si è tenuta una conferenza stampa presso la sala post-consiliare del Comune di Livorno per annunciare ufficialmente l’inizio dei lavori di restauro e messa in sicurezza al Tempio della Congregazione Olandese-Alemanna (più nota come “Chiesa degli Olandesi”) di Livorno.

Questi lavori sono stati avviati grazie ai due finanziamenti ottenuti da FAI/Banca Intesa (in relazione al concorso “I Luoghi del Cuore 2012”) e dal Comune di Livorno grazie ad un bando pubblico per la ristrutturazione degli edifici di culto. In totale si è raggiunta la somma di 105.000 Euro (25.000 dal FAI e 80.000 dal Comune) che ha permesso l’indizione di un bando per i lavori da parte del Comitato “I Lions per il restauro del Tempio…” (di cui è membro l’associazione Livorno delle Nazioni). Tale bando è stato aggiudicato dall’impresa Aretusa di Livorno che sta già eseguendo i lavori sotto la direzione dell’Arch. Michele Parenti. Il termine del cantiere è previsto per gennaio 2015.

Presenti alla conferenza stampa erano:
Serafino Fasulo, Assessore alle Culture, Comune di Livorno
Antonio Heusch, Presidente del Comitato “I Lions per il restauro del Tempio…”
Emanuele Guidotti, Capo Delegazione FAI di Livorno
Fulvio Turio, Gruppo Intesa-San Paolo
Michele Parenti, architetto, Direttore dei lavori
Matteo Giunti, Presidente Associazione Livorno delle Nazioni
Stefano Ceccarini, Vice-Presidente Associazione Livorno delle Nazioni

Ecco il comunicato ufficiale:

“Grazie ai contributi del FAI, del Comune di Livorno e al coordinamento del Comitato “I Lions per il recupero del Tempio della Congregazione Olandese Alemanna”, siamo giunti in data 29 settembre 2014 a depositare l’inizio lavori al Comune di Livorno. I lavori previsti sono quelli strettamente necessari ma irriducibili per fermare le principali cause di degrado e per mettere in sicurezza il sito. In queste prime settimane sono state quasi concluse le operazioni di disinfezione, derattizzazione e disinfestazione di tutte le aree accessibili. Solo la sala principale è rimasta chiusa ai lavori perché in stato di elevata pericolosità dovuto al crollo delle arcate lignee che sostenevano il soffitto dell’aula. Sono stati tolti tutti gli arbusti e la vegetazione a terra che non permetteva l’accesso alle entrate ponendo attenzione a classificare e raccogliere gli elementi significativi della facciata, purtroppo crollati. Le fasi successive vedranno il montaggio dei ponteggi con la supervisione della Soprintendenza delle Belle Arti di Pisa attraverso l’Arch. Lorenzi che verrà a valutare le metodologie d’intervento, il riutilizzo dei pezzi recuperati e la verifica dei lavori di consolidamento della superficie di rivestimento in pietra della facciata affinché sia fermato il degrado e con esso venga messa in sicurezza l’area sottostante sottoposta a crolli. Questa fase significativa si protrarrà per tutta la durata dei lavori contemporaneamente alle altre. E’ prevista la ricostruzione della copertura crollata nella sala del concistoro, la chiusura di tutte le aperture che danno accesso ai volatili e soprattutto il ripristino di tutti i sistemi di scolo per permettere il corretto defluire delle acque senza che portino avanti i danni che ad oggi hanno duramente colpito lo stato di conservazione del Tempio. I ponteggi permetteranno infine di valutare lo stato di conservazione delle parti occulte e verificare lo stato della copertura che ricordo fu oggetto di recupero con lavori risalenti a circa venti anni fa . La fine dei lavori è prevista entro gennaio 2015.”

Come Associazione Livorno delle Nazioni, ci sentiamo di aggiungere il nostro personale ringraziamento a coloro che hanno dato il cambio ma che sono stati fondamentali per l’ottenimento di questi risultati. Ci riferiamo alla Dr.ssa Torregrossa, Capo Delegazione FAI di Livorno nel 2012 e all’ex-Assessore alle Culture, Dr. Mario Tredici. Un ringraziamento particolare va anche all’Ambasciata di Olanda e al Consolato di Germania di Milano che hanno entusiasticamente offerto il loro patrocinio all’iniziativa e coi quali speriamo si possa continuare a collaborare fino al completo restauro della Chiesa. Ci auguriamo stavolta di poter annoverare tra i promotori anche l’Ambasciata di Svizzera e le altre istituzioni diplomatiche che rappresentano i cittadini di quei paesi che contribuirono alla costruzione del Tempio.

Cosmopolitismo tra conflitti e mediazioni – International conference, May 28-29 2014 Livorno

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ORGANIZATION:

Associazione culturale Livorno delle Nazioni, Archivio di Stato di Livorno, Comune di Livorno, CIRCIT (Centro Interuniversitario di Ricerca della Storia delle Città Toscane).

CHAIRS, SPEAKERS & MODERATORS:

Chairs:
Franco ANGIOLINI (Università di Pisa)
Aurora SAVELLI (CIRCIT-Università di Firenze)
Anthony MOLHO (Istituto Universitario Europeo-Fiesole)
Roberto BIZZOCCHI (Università di Pisa)
Algerina NERI (Università di Pisa)

Moderators:
Giovanni LEVI (Università Ca’ Foscari-Venezia)
Marcello VERGA (CIRCIT-Università di Firenze)

Speakers:
Corey TAZZARA (Scripps College, Claremont) – LdN Member
Guillaume CALAFAT (École Française de Rome) – LdN Member
Danilo PEDEMONTE (Università di Genova)
Bernard COOPERMAN (University of Maryland)
Lisa LILLIE (Washington University in St. Louis) – LdN Member
Magnus RESSEL (Ruhr-Universitaet Bochum)
Francesca TRIVELLATO (Yale University) – LdN Member
Brett J. AUERBACH-LYNN (University of California, Berkeley)
Stefano VILLANI (University of Maryland) – LdN Member
Cesare SANTUS (Scuola Normale Superiore-Pisa)
Chiara LA ROCCA (Università di Pisa)
Andrea ADDOBBATI (Università di Pisa) – LdN Member
Marcella AGLIETTI (Università di Pisa)
Samuel FETTAH (Aix-Marseille Université)
Francisco J. ZAMORA RODRIGUEZ (Universidade Nova de Lisboa)
Alice SOBRERO (Università di Pisa)
Mathieu GRENET (Université Paris I Panthéon-Sorbonne) – LdN Member
Jesper MEIJLING (KTH – Stockholm)

ABSTRACTS:

First Session: Porto franco e relazioni internazionali

Corey Tazzara (Scripps College, Claremont)
La gestione della Dogana nel primo Seicento
La relazione analizza la dogana di Livorno durante il primo Seicento. Si considera il suo sviluppo istituzionale, il coinvolgimento degli ufficiali coi mercanti della città, e le regole per controllare e tassare il commercio nel porto franco. Poi si paragonano le norme di Livorno con quelle dei concorrenti principali, Genova e Venezia. Per concludere si esamina come le pratiche doganali apriranno la via alla famosa Riforma del 1676.
Guillaume Calafat (Ècole Française de Rome)
Livorno e la Camera di Commercio di Marsiglia nel Seicento
Se i rapporti commerciali tra Marsiglia e Livorno sono ben documentati per il Settecento, questa storia rimane in gran parte sconosciuta per quanto riguarda il secolo precedente. Questo contributo propone di studiare i rapporti economici e politici tra le due città portuali, spesso definite aree franche. A partire dagli archivi consolari, alcune memorie e la corrispondenza colla Camera di Commercio di Marsiglia riportano alla luce la rivalità, ma anche le forme di complementarietà economiche tra Marsiglia e Livorno nel Seicento. L’obiettivo è anche delineare il profilo sociale della nazione francese presente nella città labronica.
Danilo Pedemonte (Università di Genova)
“Operando in pregiudizio della Piazza di Livorno”: l’intreccio tra pubblica salute e privati interessi economici nella risposta degli Stati italiani alla pace toscana con i barbareschi (1748)
Nel XVIII secolo, a gestire lo scambio con Oriente e Nordafrica sono bastimenti battenti bandiere privilegiate. Grazie ai trattati stipulati con i barbareschi il vessillo inglese e quello francese godono di una navigazione tranquilla monopolizzando il traffico. Nel 1748 la pace siglata dal Granducato di Toscana con le reggenze barbaresche turba gli equilibri economici tirrenici. Gli altri  stati italiani sono in stato di allarme e, in risposta ai trattati di pace granducali, utilizzano lo strumento sanitario per colpire Livorno. La manovra favorisce le linee commerciali dirette a Genova. Si evidenzia, così, la capacità della politica sanitaria di incidere sul commercio.

Bernard D. Cooperman (University of Maryland)
Cosmopolitismo ebraico e provincialismo: l’inserimento di una presenza ebraica nelle strutture locali di Livorno
Gli insediamenti ebraici che si formarono sulla base della Livornina sono descritti normalmente come colonie commerciali sul modello del fondaco medioevale o come comunità religiose autonome. In tutti e due i casi sono insediamenti separati dai sistemi urbani in cui si erano inseriti. Nei fatti, le realtà esistenti definirono e modellarono le comunità ebraiche che si formarono sia a Pisa sia a Livorno.
Lisa Lillie (Washington University in St. Louis)
Commercio e comunità: Livorno nell’immaginario inglese in Età Moderna
Questo contributo esplora la comunità mercantile anglo-livornese, e come l’istituzione del porto franco e il modello commerciale di Livorno ha influito, attraverso la stampa inglese, sullo sviluppo delle teorie economiche in Inghilterra in età moderna. Usando fonti quali “Early English Books Online”, “Eighteenth-Century Collections Online” e la “Burney Collection of 17th-18th Century Newspapers”, questa ricerca vuole dimostrare che Livorno e la sua Nazione Inglese rappresentarono un modello alternativo di potenza commerciale, e che furono estremamente influenti nello sviluppo dell’impero e del mercantilismo inglese tra il Settecento e Ottocento.
Magnus Ressel (Ruhr-Universität Bochum)
Venezia, Livorno e la Germania nel Settecento. Una comparazione tra le comunità mercantili tedesche in Italia
A Livorno e a Venezia (non a Milano) i tedeschi furono ufficialmente organizzati nella forma di una ‘nazione’, benché a Livorno la nazione fu per lungo tempo (in realtà solo fino al 1750 ca.) condivisa con gli Olandesi. Le due città sono rimaste ancora nel Settecento baricentri economici della loro costa alle due ali d’Italia. È fenomeno sottovalutato che anche i circuiti commerciali tedeschi in contatto con l’Italia furono divisi in maniera corrispondente. Mentre i tedeschi della Germania del sud (principalmente di Augusta) si concentravano su Venezia, i tedeschi del nord (principalmente di Amburgo) ebbero un commercio assai denso con Livorno. Tutti i mercanti tedeschi usavano le due città come snodi per penetrare ed integrarsi nel commercio mediterraneo. Presenterò fonti tedesche e italiane che mostrano come funzionava il sistema di commercio e quale ruolo giocavano le due nazione tedesche, centri nodali di due reti diverse di mercanti di una Germania divisa economicamente come l’Italia nel Settecento. In questo senso la forma di una nazione privilegiata aveva un gran senso per entrambe le città e facilitava in maniera importante il contatto mercantile tra il mondo Mediterraneo e il Nord-Europeo.

Second Session: L’individuo e la comunità: le condizioni della tolleranza

Francesca Trivellato (Yale University)
Livorno, commercio e i limiti del cosmopolitismo
Livorno è spesso – e giustamente – citata come esempio di città cosmopolita nell’Europa della Controriforma. Ma che cosa voleva dire cosmopolitismo all’epoca? Questo intervento vuole offrire una definizione – parziale ma operativa – del termine che aiuti a ripensare il nesso tra commercio e tolleranza religiosa. A partire da ricerche gia’ compiute e prendendo spunto da altre tuttora in corso, si vuole dimostrare che un’attenta ricostruzione dei rapporti creditizi tra mercanti di diverse “nazioni,” e in particolare tra ebrei e non-ebrei, consente di comprendere le dimensioni non solo economiche, ma anche culturali del cosmopolitismo in epoca moderna.

Brett J. Auerbach-Lynn (University of California, Berkeley)
Disciplinare l’Inquisizione. Il governo mediceo e il tribunale della fede nella Livorno del primo Seicento
La storiografia ha spesso sottovalutato la reticenza con cui i governi pontifici e l’Inquisizione Romana in particolare hanno fin da subito accolto i privilegi di libertà religiosa e immunità da precedenti delitti contro la fede contenuti nelle celebri ‘Livornine.’ Di fatto, il governo mediceo ha dovuto ingaggiare una battaglia costante, e non sempre vincente, per garantire ai residenti e ai visitatori della sua sempre più importante città-porto quelle prerogative e libertà che avevano un ruolo chiave nella sua crescita. Mostrerò che, dato l’intransigenza romana, i granduchi e i loro ministri dovettero agire direttamente con e contro gli inquisitori locali nel tentativo di mantenere un fragile equilibrio fra gli interessi socio-economici dello stato toscano e la necessità di evitare rotture diplomatiche con la corte papale.

Stefano Villani (University of Maryland )
Dissenso involontario: comportamenti eterodossi e identità religiosa tra i convertiti britannici di Livorno nella prima età moderna
Livorno, una delle città più cosmopolite del Mediterraneo della prima età moderna, è stata lo scenario di molteplici conversioni al cattolicesimo. Spesso la scelta di convertirsi rappresentava, più che un travaglio religioso, la scelta di vivere per sempre in Italia ed era motivata dal desiderio di integrazione. Nel caso degli inglesi pertanto non sorprende che a convertirsi non siano i ricchi mercanti della British Factory, ma le persone delle classi inferiori che ruotavano attorno ad essa. Sulla base di uno studio sistematico delle abiure di conversione e di alcuni processi del Sant’Uffizio di Livorno in questa relazione si vuol prendere in esame l’atteggiamento di dissenso non-intenzionale di questi neoconvertiti che si manifestava spesso in atteggiamenti eterodossi, come ad esempio mangiare carne nei giorni proibiti.

Cesare Santus (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Crimini, violenza e corruzione nel Bagno di Livorno
Nella rappresentazione della società livornese di età moderna ci si è spesso serviti del mito di una città tollerante e cosmopolita, dove le relazioni tra individui di religione e cultura diversa sarebbero sempre state all’insegna del rispetto e della collaborazione, soprattutto per ragioni di carattere commerciale. Così facendo si rischia tuttavia di dimenticare che, a fianco della sua natura di porto mercantile, Livorno era anche la sede di una enorme prigione di schiavi. La vita all’interno del Bagno era dominata da logiche di violenza e corruzione che oltrepassavano sì le barriere culturali ed etniche tra schiavi musulmani, forzati cristiani e ministri granducali, ma in modi piuttosto diversi da quelli della città. Sulla base di documentazione archivistica inedita si cercherà di portare nuova luce su questo aspetto poco conosciuto della storia livornese.

Andrea Addobbati e Chiara La Rocca (Università di Pisa)
Un anno col cancelliere del Tribunale: violenza privata a Livorno a fine Settecento
Il merito più celebrato del granduca Pietro Leopoldo è, come si sa, l’abolizione della pena di morte e della tortura. Prima di dare attuazione alle raccomandazioni umanitarie del Beccaria, il granduca reputò tuttavia più prudente rafforzare gli apparati di controllo. La riforma delle leggi penali e la «dolcezza delle pene» furono precedute da un’importante riforma della polizia.
Nella convinzione che fosse meglio prevenire i reati, piuttosto che intervenire col boia quando il danno era fatto, i poteri della polizia furono ampliati e fu potenziata la procedura sommaria che permetteva di intervenire contro gli individui molesti. Le esigenze di prevenzione motivarono quindi un controllo capillare dei sudditi e, se necessario, l’emanazione di ammonizioni, precetti, “castighi economici”. Dell’attività svolta dalla polizia livornese nel 1785 ci sono rimasti un paio di quaderni che documentano gli interventi messi in campo per disciplinare la società; sono centinaia di casi di violenza privata, che hanno di solito per vittime predestinate le donne e gli ebrei. È possibile da qui approfondire meglio il ruolo dell’istituzione, analizzare delitti e relativi castighi, documentare casi e singole storie. Queste pagine ci offrono altresì una Livorno nuova e inedita: un anno al commissariato ci restituisce l’immagine di una città disperata e intollerante, femminicida e antisemita, molto lontana, quindi, da quello stereotipo edulcorato della città cosmopolita e aperta che è entrato a far parte dei luoghi comuni.

Marcella Aglietti (Università di Pisa)
“Progetto per spurgare lo Stato dei soggetti viziosi ed incorreggibili”: amministrare la criminalità nella Livorno del Regno d’Etruria
Grazie a un documento inedito del 1803 redatto dall’allora governatore per il Regno d’Etruria de Lavillette e dal cancelliere criminale Pietro Fabroni, è possibile ricostruire un quadro esaustivo dei criminali all’epoca presenti a Livorno, seppur provenienti da tutta la Toscana, e classificati in tre categorie di diversa pericolosità, con brevi note personali e alcune osservazioni aggiuntive. Ne emergeva un crudo ma efficace ritratto dei gruppi sociali più emarginati e problematici della realtà livornese, consentendo inoltre di verificare empiricamente le vie di intervento della giustizia e le misure adottate dagli amministratori locali quali efficaci deterrenti per ridurre la criminalità.

Samuel Fettah (Aix-Marseille Université)
Contrabbando e tensioni sociali a Livorno tra Settecento e Ottocento
Il contrabbando fu a Livorno un fenomeno di rilievo durante il primo e il secondo periodo lorenese, come durante gli Anni Francesi. Oltre questo aspetto, il contributo ricollega l’importanza della pratica del contrabbando al suo ruolo negli equilibri della società e dell’economia livornesi del tempo. Il contrabbando si inserisce pure nelle tensioni e nelle contraddizioni della politica dello stato a Livorno e nelle difficoltà per le elite locali di stabilire la loro egemonia sulla città labronica e, sopratutto, sulle classi popolari, nelle quali il contrabbando era largamente diffuso.

Third Session: Consoli e nazioni straniere: governare le differenze

Francisco J. Zamora Rodríguez (Universidade Nova de Lisboa)
Stessa famiglia, diversi governi: il Portogallo e la Monarchia spagnola a Livorno attraverso i suoi agenti consolari
Questo contributo analizza il posizionamento del Portogallo e della Monarchia spagnola nel porto di Livorno attraverso i loro consoli nella seconda metà del XVII secolo. Dopo la creazione della Companhia Geral do Comércio do Brasil nel 1649, il governo portoghese stabilì un agente a Livorno con lo scopo di proteggere gli interessi della Companhia in Italia. Da quel momento in poi la rappresentanza portoghese insieme ai suoi interessi politici restarono separati da quelli della Monarchia spagnola. Tuttavia, a livello familiare e commerciale rimassero attivi e forti i legami tra Monarchia spagnola e Portogallo attraverso due rami di una stessa famiglia: i De Silva e i De Silva Enriques.

Alice Sobrero (Università di Pisa)
Il Console De Silva e il mercante Scotto: “un importantissimo affare” da un milione di pezze
Scotto è un self-made man nel porto franco di Livorno. Un pubblico negoziante che “ai bordi delle istituzioni” riuscì a collocare le sue iniziative mercantili nei conflitti internazionali della sua epoca. Con le guerre napoleoniche Domenico Scotto incarnò per breve tempo il ruolo di assentista della Corona spagnola. La ricchezza che ne derivò sembra generarsi dall’intraprendenza di questo mercante che ben presto strinse relazioni con membri di spicco delle istituzioni locali e straniere: i legami politici furono determinanti nel garantirgli un canale preferenziale per i traffici e uno scudo fatto di protezione e privilegi.

Mathieu Grenet (Université Paris I Panthéon-Sorbonne)
Al servizio del Gran Signore? Niccolò Petrococchino e Angelo Cazzaiti, consoli ottomani a Livorno, c. 1807/1810-1824
Durante la quarta occupazione francese di Livorno (1806-1814) appare nel porto toscano una carica di console ottomano, affidata prima al negoziante epiroto Niccolò Petrococchino, e dal 1817 al mercante ionio Angelo Cazzaiti. Questo episodio è da ricollocare nel contesto più vasto di trasformazione della politica estera dell’Impero ottomano sotto il regno di Selim III (1789-1807), ma anche in un contesto politico molto travagliato (guerra d’indipendenza greca dal 1821). In questo intervento, intendo analizzare il ruolo giocato da questi consoli nel rappresentare sia il potere ottomano, che gli interessi dei mercanti greci sudditi ottomani a Livorno, portando particolare attenzione ai numerosi conflitti intracomunitari provocati da questa ambivalente missione.

Jesper Meijling (KTH Royal Institute of Technology, Stockholm)
Livorno e la teoria del mercato
Sulla base delle ricerche effettuate e in corso sulla Livorno di età moderna e l’influenza che il concetto di porto franco ebbe in Europa, con particolare riguardo alle politiche svedesi e al porto franco di Marstrand grazie alla mediazione di Liljencrants, l’autore metterà in evidenza il rapporto tra tale modello e un approccio teorico del concetto di mercato. L’analisi si muove nell’ambito degli studi economici e di mercato, della «architectural theory» e dai fondamentali lavori di Hillier, Polanyi, Marcus, Jacobs, Hägerstrand, Latour and Callon.

SPONSORED BY:

Archivio Carlo Morelli (Livorno), Fratelli Neri S.p.A. (Livorno), Autorità Portuale Livorno, Amici dei Musei e dei Monumenti Livornesi, Associazione Guide Turistiche Labroniche, Tiziano Scali (livornoinbattello.it).

WITH THE SUPPORT OF:

Regione Toscana, Provincia di Livorno, Istituto Storico Italiano (Roma), Lions Club Livorno Porto Mediceo, Università di Pisa, SISEM (Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna).

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Tempio della Congregazione Olandese-Alemanna: imminenti i lavori di recupero e messa in sicurezza

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Chiesa degli Olandesi


COMUNICATO STAMPA
– Finalmente si parte! Sabato 5 aprile presso il Mercato Centrale di Livorno (Scali Aurelio Saffi) alle ore 12 l’Assessore alle Culture del Comune di Livorno, Mario Tredici e il Presidente del Comitato “I Lions per il restauro del Tempio della Congregazione Olandese-Alemanna di Livorno”, Antonio Heusch, con la presenza del dottor Emanuele Guidotti, Capo Delegazione di Livorno del Fondo per l’Ambiente Italiano e di un rappresentante del Gruppo Intesa San Paolo, presenteranno il progetto dell’intervento di risanamento igienico sanitario e messa in sicurezza del Tempio della Congregazione Olandese-Alemanna, che si affaccia sul Fosso Reale, quasi di fronte all’edificio del Mercato stesso.
Nelle prossime settimane, ormai redatti i progetti a cura dell’architetto Michele Parenti di Livorno, che ha prestato volontariamente la sua opera, già presentati presso la Soprintendenza di Pisa, verranno assegnati i lavori a seguito di invito e disciplinare di gara già predisposti.
A 150 anni esatti dall’inaugurazione del tempio (7 agosto 1864) si conta, quindi, di iniziare entro l’estate i lavori urgenti ed indifferibili per la conservazione strutturale del medesimo, necessari per arrestare il degrado e dar modo di progettare con più calma la complessiva opera di recupero e riqualificazione.
Si procederà al restauro e messa in sicurezza della facciata principale con conseguente riapertura della strada; al restauro del sistema di scolo delle acque piovane; al risanamento igienico della parte di accesso ai cortili laterali della chiesa; alla copertura provvisoria delle parti crollate di tetto ed al risanamento delle crepe sui muri laterali.

La regia dell’operazione è affidata al Comitato appositamente costituito per il recupero dell’edificio da quasi quattro anni dal Lions Club Livorno Host, nell’ambito della sua attività di servizio per la comunità cittadina.
Ma tutto ciò non sarebbe stato assolutamente possibile senza la fondamentale partecipazione di alcuni attori:
I) il Comune di Livorno, che fin dall’inizio ha mostrato attenzione al progetto ed a seguito di selezione dello stesso nel bando per l’assegnazione di quota parte degli oneri di urbanizzazione, ha destinato la somma di Euro 80.000,00;
II) Il FAI – Fondo Ambiente Italiano che, attraverso il Censimento de “I Luoghi del Cuore”, realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha destinato un contributo di 25.000 Euro a favore della chiesa a seguito dell’eccezionale risultato raggiunto in occasione della sesta edizione dell’iniziativa, nel 2012. A favore del sito sono state infatti raccolte oltre 23.000 segnalazioni. Una vera e propria mobilitazione popolare che ha potuto avvalersi della fattiva collaborazione della Delegazione FAI di Livorno, del Comitato Lions, del Comune e dell’Associazione culturale Livorno delle Nazioni e che ha permesso al Tempio della Congregazione Olandese-Alemanna di raggiungere il nono posto nella classifica nazionale dei Luoghi più segnalati e il primo posto in Toscana;
III) Banca Prossima, Banca del Gruppo Intesa San Paolo dedicata esclusivamente al mondo no-profit laico e religioso, che provvede al supporto finanziario, anticipando parte delle somme necessarie per gli interventi.
Ma soprattutto i comuni cittadini, livornesi in primis, che con la costante attenzione al progetto, culminata appunto nella raccolta delle firme per il censimento “I Luoghi del Cuore”, hanno dimostrato ancora una volta di desiderare che il recupero alla fruizione pubblica di un così importante monumento costituisca una manifestazione di rispetto per la storia della città e di speranza per un futuro di crescita materiale e culturale.
Crediamo, infine, che sia di buon auspicio proprio il fatto che i lavori, primo vagito di una nuova nascita, possano prendere il via proprio nella ricorrenza del centocinquantesimo dall’edificazione del tempio.

Parteciperanno alla conferenza: l’architetto Michele Parenti, progettista, che esporrà l’intervento; Stefano Ceccarini, Vicepresidente dell’Associazione Livorno delle Nazioni; il Vicepresidente del Lions Club Livorno Host, dottor Gianluca Giovannini; il signor Ermanno Braun, in rappresentanza della Congregazione Olandese-Alemanna di Livorno.

PRESS RELEASE – At long last, at 12 o’clock on Saturday 5th April, at Livorno’s Central Market (Scali Aurelio Saffi), the presentation of the project for interventions to the Dutch German Church that overlooks the Fosso Reale will take place. The project will be presented by Municipal Councillor for Culture Mario Tredici and President of the “Lions for the restoration of the Temple of the Dutch German Congregation of Livorno” committee, Antonio Heusch, with the presence of Dr Emanuele Guidotti, head of the Livorno delegation of the Fondo per l’Ambiente Italiano and a representative of the Gruppo Intesa San Paolo bank.
Plans for the refurbishment – drawn up by architect Michele Parenti of Livorno, who provided his services free of charge – have already been presented to the Monuments and Fine Arts Deparment of Pisa. The work will be assigned following an invitation to tender.
It is expected that the urgent interventions to safeguard the building will begin by the end of this summer, in the year that marks the 150th anniversary of the inauguration of the church, which took place on 7th August 1864. The work is necessary to halt the decay of the building and make it possible to plan a future overall restoration.
This initial phase of work will ensure that the facade of the church is made safe and restored, so that the road in front of it can be reopened. It will also restore the guttering system, and clear and clean the access areas at the sides of the church, as well as providing a temporary repair of the collapsed parts of the roof, and the repair of cracks in the side walls.

The work will be supervised by the committee that was specially formed nearly four years ago by the Lions Club Livorno Host as part of their activities serving the community.
But none of this would have been possible without the crucial participation of the following bodies and institutions:
I) The Comune di Livorno, which has closely followed the project from the beginning and, as a result of a call for the submission of funding requests, has allocated the sum of 80,000.00 euros;
II) The Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), which has allocated a contribution of 25,000.00 euros as recognition not only of the historical, architectural and cultural value of the church, but also of the exceptional result achieved during the 2012 “Places I Love” census during which 24,000 signatures were collected in Livorno, Italy and abroad. As a result, the church came 9th in Italy, first in Tuscany, and first in terms of votes from abroad;
III) Banca Prossima, of the Gruppo Intesa San Paolo, devoted entirely to the secular and religious no-profit sector, which will provide the financial support for a part of the interventions needed.
Above all, though, it is thanks to the people of Livorno who, with their continued support of the project, have once more demonstrated their desire to return this important building to public use, as a sign of respect for the history of the city, and of hope for future growth in both material and cultural terms.
We believe that it is a good omen that this work will take place in the year of the 150th anniversary of the church.

Conference participants: architect Michele Parenti, author of the project which he will present; Stefano Ceccarini, Vice President of the Livorno delle Nazioni association, which actively contributed to the promotion of the initiative and the collection of signatures; Vice President of the Lions Club Livorno Host, Gianluca Giovannini; Ermanno Braun, representative of the Dutch-German Congregation of Livorno.

La Chiesa degli Olandesi di Livorno vince 25000 Euro dal FAI / The Dutch Church of Livorno wins 25,000 euro from the FAI

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ENGLISH BELOW

Abbiamo appena ricevuto conferma che grazie alle firme ottenute durante il Censimento FAI “I Luoghi del Cuore” 2012, e la successiva partecipazione al bando indetto nel 2013 per quei luoghi che avevano ottenuto più di 1000 firme (ricordiamo che la Chiesa ne aveva ottenute 23685), sono stati assegnati 25000 Euro per il risanamento igienico e la messa in sicurezza della nostra Chiesa degli Olandesi, che risulta tra i 16 + 3 beni vincitori! 

Ci congratuliamo con tutto il Comitato per la Salvaguardia della Chiesa degli Olandesi di Livorno, di cui facciamo parte insieme ad alcuni membri del Lions Club Livorno Host, per questo importante successo e naturalmente con tutte le persone che ci hanno creduto e che hanno firmato a favore della chiesa durante l’estate e l’autunno del 2012. GRAZIE!

Per maggiori informazioni vi consigliamo di leggere questi due link: Continua a leggere